#29

 

IL MONDO DI HULK

 

PARTE PRIMA

 

COSTRUIRE IL FUTURO

 

Di Carlo Monni

(con il contributo di idee, concetti e personaggi di Mickey e Fabio Volino)

 

 

PROLOGO

 

 

UN ALTRO TEMPO E FORSE UN ALTRO LUOGO

 

 

            La donna veste una tunica verde aperta sul davanti sotto cui indossa una pratica tuta dello stesso colore, a parte il colletto dorato con fregi arancioni. Davanti a lei, schierate come un picchetto militare, una dozzina di donne di età variabile dai venti ai trent’anni che indossano tutte una tuta azzurra su cui è inscritto all’altezza del seno sinistro il simbolo convenzionale femminile. Con loro un’altra donna, alta più di due metri, dal fisico statuario e muscoloso che veste una tuta rossa che le lascia scoperte la spalla sinistra ed il ventre. I lunghi capelli rossi sono ornati da un diadema dorato, gli occhi sono color verde smeraldo.

            La donna in verde la chiama:

-Sorella Thundra, sei pronta?-

-Io sono sempre pronta, Sorella Vega.- risponde la donna chiamata Thundra.

-E allora non perdiamo tempo. Sali sulla piattaforma temporale e comincia il tuo viaggio. Sai cosa devi fare per il bene della Sorellanza Unita.-

-Non vi deluderò.- afferma la ragazza salendo su una piattaforma metallica.

            La donna chiamata Vega aziona un comando su una consolle e la piattaforma si illumina. La luce sale dalla piattaforma ed avvolge completamente Thundra la cui figura diventa sempre più evanescente sino a scomparire come un fantasma.

 

 

1.

 

 

            New Mexico, oggi. Il posto è una base dismessa delle Forze Armate degli Stati Uniti, ora convertita nella sede di uno dei più avanzati centri privati di ricerca scientifica della Nazione. Il nome sull’insegna che campeggia sopra il cancello d’ingresso dice: Banner Enterprises ma i residenti continuano, con buona ragione, ad usare il suo vecchio nomignolo di Base Gamma.

            L’uomo dimostra circa 25 anni, ha i capelli e occhi castani, veste un giubbotto di pelle sotto cui porta una maglietta polo bianca. A completare il tutto, un paio di jeans e stivaletti. Il suo nome è Rick Jones e nonostante l’ancor giovane età ha vissuto esperienze che altri esseri umani non riuscirebbero ad accumulare in cinquant’anni. Ha conosciuto molti supereroi, con alcuni ha combattuto fianco a fianco, ha viaggiato per l’Universo e visitato dimensioni sconosciute, ha incontrato la Morte stessa e perfino un paio di suoi amanti ma tutte queste esperienze sono nulla per lui oggi, non compensano la perdita di sua moglie Marlo.

            In un modo che ancora Rick non riesce ancora a capire, Hela, la dea della Morte della mitologia norrena, l’ha trasformata in una sorta di sua figlia, un avatar della morte in salsa vichinga che ha assunto il nome di Helasdóttir, ovvero “Figlia di Hela” in Antico Norreno. Quest’essere che ha preso il posto di Marlo Chandler-Jones ha ripagato sua “madre” scalzandola dal trono di Regina degli Inferi Norreni.[1]

            Marlo è persa per sempre o c’è un modo per riportarla indietro? Rick non può che sperarlo ed intanto la sua mente torna a pochi giorni prima.

 

            New York, Palazzo dei Vendicatori, poco dopo la fine della crisi di Thanos.[2] Thor il dio del Tuono ha appena finito di ascoltare il racconto di Rick e commenta:

-Invero, amico Rick, comprendo il tuo dolore. Non sono in grado di dirti se Hela ti ha detto la verità e davvero tua moglie è morta da tempo e quella che hai sposato altro non sia che un simulacro animato dal suo potere, una figlia in senso spirituale se non fisico della dea della Morte. Ricorda che ella è la degna figlia di Loki, dio dell’Inganno e della Menzogna e che non tutto ciò che dice corrisponde necessariamente a verità se cosi le conviene. Certo, alcune leggende dicono che il suo ventre sia incapace di dare la vita e che pertanto ella coltivi in altro modo il suo desiderio di maternità, ma non tutto ciò che si racconta è vero… o lo è sempre.-

-Non m’importa un accidente di queste storie!- sbotta Rick -Quello che mi interessa è ritrovare mia moglie, la donna che amo.-

            Thor rimane meditabondo per qualche istante poi dice:

-Devo sistemare alcuni affari in sospeso ma se lo desideri, Rick, quando avrò finito tornerò da te per accompagnarti in Hel per risolvere il tuo problema con Helasdóttir.-

-Puoi scommetterci che lo desidero.- ribatte con decisione Rick.

 

            New Mexico, Base Gamma, oggi. È stato il rombo di un tuono o il boom sonico quello che ha udito? A Rick Jones la cosa interessa poco, ciò che conta è la figura che atterra davanti a lui.

-Sei davvero venuto. Non ero sicuro che l’avresti fatto.- dice.

-La parola del dio del Tuono è sacra.- replica Thor -Sei dunque pronto, Rick, ad affrontare i pericoli di Hel?-

-Andrei dovunque ed affronterei qualunque pericolo pur di riavere Marlo.-

-Ammiro il tuo coraggio, Rick. Non indugiamo, dunque.-

            Thor rotea il suo martello incantato sempre più velocemente creando un vortice che avvolge lui e Rick e quando si dissipa sono entrambi scomparsi.

 

 

2.

 

 

            New Mexico, Base Gamma, oggi. Del team di scienziati di varie specializzazioni che lavorano per Robert Bruce Banner, solo due sono veramente abituati a vederselo intorno nella massiccia forma dell’Incredibile Hulk: la Dottoressa Kate Waynesboro e Igor Drenkov.

            La prima è stata sua collaboratrice anni fa, prima che il suo lato selvaggio prendesse il sopravvento provocando disastri dovunque. Questa nuova incarnazione di Hulk unisce alla brillante mente di Banner la passionalità dell’Hulk selvaggio, una combinazione che, Kate deve ammetterlo, ogni tanto la fa sentire a disagio. Da come talvolta lui la guarda, ha la sensazione che, come gli uomini delle caverne delle vecchie storie, la prenderebbe e la trascinerebbe nella sua stanza se una sottile patina di civiltà non lo trattenesse.

            Igor Drenkov è un’altra storia, ovviamente. Lui è il responsabile della stessa esistenza di Hulk. Tutto quello che doveva fare era premere un pulsante ed interrompere un fatale conto alla rovescia. Se lo avesse fatto, la prima Bomba Gamma non sarebbe mai esplosa e Hulk non sarebbe mai nato. Quando sente su di sé lo sguardo del Gigante Verde ha la sensazione che si trattenga deliberatamente dall’afferrarlo e spezzarlo in due come un bambino farebbe con un bambolotto.

            Lui sente quel disagio e quella paura? Se sì, ha scelto di ignorarlo.

-Come procede?- chiede.

-Niente affatto male.- risponde Kate -Le implicazioni mediche e farmaceutiche della tua scoperta sono potenzialmente importantissime, tuttavia…-

-Tuttavia non siamo ancora riusciti a trovare un sistema che impedisca a chi assuma il farmaco di diventare un mostro verde o di un altro colore, giusto?-

            Quel “siamo” suona rassicurante a Kate.

-Sostanzialmente è così.- risponde -Ogni nostro tentativo non è riuscito ad eliminare questo disastroso effetto collaterale.-

-Eppure deve essere possibile!- esclama Bruce -Io ci sono riuscito la settimana scorsa, anche se devo ammettere che forse ha influito sul risultato la particolare fisiologia del soggetto.-[3]

-Un mutante o mutato? Potrebbe aiutarci esaminare il suo DNA.-

-Non se ne parla.- taglia corto Hulk.

            Non ha alcuna voglia di spiegare a Kate o a chiunque altro che il soggetto in questione è la figlia che ha avuto ai tempi dell’Università da una studentessa italiana che poi è diventata la leader di un cartello criminale specializzato nella creazione di superarmi di distruzione di massa. Né tantomeno vuol spiegare che quella figlia è stata sottoposta a trattamenti che l’hanno resa una superumana ed al tempo stesso le hanno provocato una degenerazione cellulare che la stava uccidendo. È stata curata grazie ad una combinazione di un farmaco sperimentale derivato dal DNA di Bruce ed una dose controllata di radiazioni gamma e non è diventata un Hulk grazie a Dio.

            Bruce non si sente un uomo, e tantomeno un padre esemplare, ma finché può terrà la figlia di cui ha da poco scoperto l’esistenza fuori dai suoi affari e non la sfrutterà.

            Si rivolge bruscamente a Drenkov:

-Igor, ho bisogno di parlarti, seguimi.-

            Con un’espressione perplessa sul volto il Russo lo segue.

 

            New York City. Tribunale Penale Federale, due settimane fa. Il giudice assume un’aria solenne mentre il cancelliere recita ad alta voce:

-Procedimento n. 196216. Lo Stato contro Carlos Alberto Colòn Avila.-

-Sono presenti gli avvocati?- chiede il Giudice.

-William Hollister per l’Accusa, Vostro Onore.- si presenta un nero dall’aria autorevole e lo sguardo severo sotto un paio d’occhiali.

-Bernadette Rosenthal per la Difesa.- si presenta a sua volta una giovane donna attraente dai capelli neri e ricci che indossa un sobrio tailleur scuro.

            Il giudice parla ancora:

-Lo scopo di quest’udienza è valutare se l’imputato, che è già stato prosciolto per infermità mentale dall’accusa di omicidio plurimo in vari Stati, sia di nuovo idoneo a rientrare nella società o debba ancora essere trattenuto in un’adeguata struttura psichiatrica. Cos’hanno da dire le parti in merito?-

-Mi oppongo, Vostro Onore.- risponde Hollister -Charlie Colon…-

            L’imputato ha un lieve moto di stizza a sentir pronunciare il suo nome in modo sbagliato ma il Vice Procuratore Federale non sembra notarlo e prosegue:

-… è responsabile della tortura e dell’omicidio di almeno sette persone tra la California e New York, tutte uccise con incredibile efferatezza. I nostri esperti concordano che non può essere lasciato libero.-

-Non è quello che pensa la responsabile della struttura dove Mr. Colòn è attualmente internato.- ribatte Bernie Rosenthal -Chiamo a deporre la dottoressa Ashley Kafka.-

            Mentre la sua psichiatra avanza verso il banco dei testimoni Charlie Colòn la osserva mantenendo un’aria indifferente ma dentro di sé pensa a quanto sarebbe divertente torturarli ed ucciderli tutti.

 

            Un luogo segreto nel Sud Ovest degli Stati Uniti, due giorni fa. L’auto dal design avveniristico si arresta nell’hangar e dal lato del guidatore ne scende un uomo dal volto solcato da molte cicatrici che indossa uno spolverino marrone. L’uomo aiuta a scendere dall’auto una donna bionda che indossa un abito verde che le arriva appena sopra il ginocchio e una benda sugli occhi.

            Tra coloro che li stavano aspettando ci sono un uomo biondo vestito con un elegante completo bianco, uno più alto e massiccio dai capelli rossi e barba dello stesso colore vestito di una pratica tuta scura e un uomo dal fisico da culturista e lunghi capelli verdi. È quest’ultimo a parlare:

-Prometeo, vedo che hanno incaricato te. Hai sempre un bel gusto per le auto da corsa.-

-Vuoi rubarmi anche questa, Doc?- ribatte l’altro.

-Potrei farci un pensierino.- risponde Leonard Samson.

-Questa voce… la conosco.- interviene la donna bendata.

            L’uomo dai capelli rossi le si avvicina e le scioglie la benda mentre il biondo dice:

-Mi scuso per le precauzioni, Dottoressa Lipscombe, ma noi del Pantheon teniamo molto alla nostra privacy. Permette che mi presenti: io sono Paride, il signore barbuto che l’ha appena liberata dalla benda è Ulisse e il giovanotto coi baffetti alla Errol Flynn là in fondo è Ettore.-

-Paride, Ulisse, Ettore.- commenta la donna -Sono finita nell’Iliade, forse? Se avevate bisogno di un consulto sulle vostre ossessioni, potevate fissare un appuntamento come tutti invece di rapirmi.-

-Spero che Prometeo non sia stato troppo brusco.- riprende Paride -Le assicuro che lei non è una prigioniera ma un’ospite. Abbiamo bisogno delle sue capacità professionali.-

-È stata una mia idea, Angela.- interviene Doc Samson -Ho bisogno del tuo aiuto.-

-Del mio aiuto, Len?- esclama Angela Lipscombe -E per cosa?-

-Per psicanalizzare un Hulk, ti interessa?-

            Lo sguardo sul volto della psichiatra è abbastanza eloquente.

 

 

3.

 

 

            In un luogo oltre il tempo e lo spazio, oggi. Thor e Rick Jones si materializzano in una landa decisamente desolata.

-Posticino allegro.- commenta Rick.

-Siamo ai confini del Regno dei Morti.- spiega Thor -Quello ne è l’ingresso.-

            Indica un pesante cancello oltre un ponte che attraversa un fiume a fianco del quale sta l’imbocco di una specie di caverna.

-Beh, che aspettiamo?-

            Con impazienza Rick si precipita sul ponte ma viene fermato da una donna altissima.

-Fermati, viandante. Prima di attraversare il Gjallarbrú devi dichiarare le tue intenzioni.-

-Cosa?

-Egli è il mortale Richard Jones della Terra e desidera entrare in Hel.- interviene Thor -Garantisco io per lui, Modgud.-

-Mi sfugge perché un mortale dovrebbe voler entrare in Hel di sua spontanea volontà.- ribatte, perplessa, la Jotunn.[4] -Ma non posso dire di no ad una richiesta di un amico del dio del Tuono. Passate entrambi.-

            Rick attraversa di corsa il ponte e si precipita verso il cancello ma non appena fa un passo per attraversarlo si ritrova davanti il muso di un gigantesco cane da guardia che sbuca dalla vicina caverna.

-Chi osa violare i cancelli di Hel?-dice il cane con voce cupa.

-Io oso: Thor, figlio di Odino. Io ed il mortale Richard Jones desideriamo udienza dalla Regina di Hel.-

-Oh, non dubito che ve la concederà. Attenti, però: entrare in Hel è consentito, ma per uscirne dovrete avere il mio permesso… ed io non lo concedo mai.-

-Questo è da vedersi, infernale mastino, questo è da vedersi.- ribatte il dio del Tuono.

            I due compagni oltrepassano il cancello ed iniziano il cammino sino al trono di Hela, dove ora siede una creatura dall’aspetto femminile coi capelli neri come la pece, la pelle di colore grigio ed un viso deforme su un corpo osceno e decadente.

-Ah, il consorte di colei che un tempo credevo di essere, prima che mia madre mi donasse la consapevolezza di ciò che realmente sono, accompagnato nientemeno che dal dio del Tuono. Visto che sono figlia di Hela, Thor, devo forse chiamarti zietto?-

-La tua impertinenza basterebbe a qualificarti come parte della stirpe di Loki, ma per il bene di Rick Jones, spero che ciò non risponda a verità.-

-Basta con le chiacchiere!- sbotta Rick esasperato -Smettila,con questa storia e torna ad essere te stessa, Marlo. Torna a casa con me.-

-Ahimé, temo che non sia possibile.- risponde colei che si fa chiamare Helasdóttir -Marlo, la Marlo Chandler che tu conoscevi ed amavi, non esiste più oramai. Tuttavia posso fare qualcosa per te.-

            Con uno schiocco di dita l’aspetto di Helasdóttir muta Ora è quello di una donna alta che indossa una versione del classico costume di Hela senza mantello, con le braccia e le gambe nude ed un’ampia scollatura.

-Così sono più di tuo gradimento?- chiede ed intanto si alza dal trono e si avvicina a Rick sfiorandogli il volto con la mano guantata -Marlo non può tornare, ma tu… potresti regnare su Hel al mio fianco. Non ne varrebbe la pena?-

-Io…-

            Thor freme dalla voglia di intervenire ma si frena. La decisione può essere solo di Rick.

-Io…- comincia Rick -… sono lusingato ma temo di non poter accettare. Non credo che il clima di questo posto faccia per me.-

-Peccato, perché non posso permetterti di lasciare Hel.- replica la figlia di Hela con un sorriso maligno -A nessuno che entra nel regno dei morti può essere permesso di lasciarlo. Resterai qui con me che tu lo voglia o no.-

            Thor solleva il martello e ribatte:

-Questo non accadrà mai, così io giuro.-

 

            New Mexico, Base Gamma, oggi. Bruce Banner entra nel suo studio seguito da Igor Drenkov. L’inquietudine dell’ex spia è evidente, dopotutto è solo con un uomo che ha buoni motivi per odiarlo e potrebbe davvero spezzarlo in due come un rametto secco.

            Bruce si siede alla scrivania ed invita con un gesto Drenkov a sedersi.

-Ho bisogno che tu faccia qualcosa per me, Igor.- gli dice.

-Di che si tratta?- gli chiede il Russo sollevato ma non troppo.

-Della cura che tu e Kate state studiando.-

-Stiamo ancora lavorando per eliminare gli effetti collaterali, la Dottoressa Waynesboro te l’ha detto.-

-Ed è proprio questo il punto:vorrei che tu facessi in modo che rimanesse un margine di rischio di mutazione gamma… diciamo del 2%.-

-Mi stai dicendo che vuoi usare la cura per creare degli Hulk?-

-Diciamo che voglio creare le condizioni favorevoli e vedere cosa succede.- ribatte Hulk con un sorrisetto.

-Ma le conseguenze sarebbero imprevedibili.-

-Ed è proprio questo il punto. Ovviamente Kate non deve saperne niente. La sua etica si opporrebbe all’esperimento ma tu hai meno scrupoli, lo so bene, e sono convinto che mi asseconderai.-

            Drenkov si limita ad abbassare il capo mentre si chiede chi sia veramente l’uomo seduto davanti a lui. Non è più né il Banner né l’Hulk che ha conosciuto, questo è certo.

 

            Base del Pantheon. Due giorni fa. Jim Wilson è nervoso ed odia essere nervoso perché sa bene che questo potrebbe scatenare la bestia che dorme dentro di lui. Stanno usando un mix di sedativi e tecniche ipnotiche per evitarlo ma per quanto potrà funzionare?

            La porta della stanza si apre ed entra Doc Samson seguito da una bella donna bionda.

-Buongiorno, Jim, ti presento la Dottoressa Angela Lipscombe.-

-Felice di conoscerla, Dottoressa.- replica Jim -Mi aspettavo qualche altro scienziato esperto in raggi gamma però. Qualcuno come Bruce Banner o Reed Richards.-

-Credo che lei abbia frainteso, Mr. Wilson.- ribatte Angela Lipscombe -Io non sono una scienziata. La mia specializzazione è la psichiatria organica.-

-Cosa?-

-Devo essere onesto, Jim.- spiega Samson .-Ogni tentativo di curarti significherebbe il ritorno dell’AIDS e la tua conseguente morte. La sola cosa che possiamo fare per te mentre si cerca un modo di rimediare a questa situazione è aiutarti a controllare la tua condizione.-

-Dovrei farmi psicanalizzare? E chi vi dice che funzionerà?-

-Con Bruce Banner ha funzionato no?-

            Meglio tacere su tutto quanto è successo dopo, pensa Doc Samson, per ora ha assoluta necessità della fiducia di Jim Wilson se vuole che la cosa funzioni.

            Jim non sa cosa rispondere.

 

 

4.

 

 

            New York City. Tribunale Penale Federale, due settimane fa. Il giudice rientra nell’aula e sedutosi sul suo scranno comincia a parlare:

-Ho udito le testimonianze e le argomentazioni delle parti, ho letto attentamente il parere della Commissione Medica e devo dire che non vedo motivo per disattenderla. Respingo quindi l’istanza del Procuratore degli Stati Uniti ed ordino l’immediata liberazione di Carlos Colòn.-

            Mentre il suo assistito esce dall’aula accompagnato dalla Dottoressa Kafka, Bernie Rosenthal viene avvicinata dal Vice Procuratore.

-Spero sia fiera di lei, Avvocatessa Rosenthal…- le dice -… ha appena fatto liberare un pericoloso serial killer che ucciderà ancora.-

-Una commissione di medici qualificati lo ha giudicato guarito.- replica Bernie -Può non piacerle, avvocato Hollister, ma è così che funziona il sistema: non si può tenere imprigionato qualcuno solo perché non ci piace. È per questo che lo chiamano “Giusto processo”.-

-Charlie Colon meritava l’iniezione letale e non di andarsene libero dopo solo un anno in un ospedale psichiatrico.-

-Colòn, la pronuncia esatta è Colòn. E comunque i giurati si sono espressi ed il giudice lo ha rifatto oggi. A noi non resta che accettarlo.-

-E quando il suo Charlie Colòn rapirà un’altra donna e la ucciderà dopo averla torturata per giorni, perché è questo quello che farà ne sono certo, lei come si sentirà?-

            Questa è una domanda che Bernie preferirebbe non farsi.

 

            Virginia, Contea di Arlington, il Pentagono, ieri. Thaddeus E. Ross, detto Thunderbolt, Tenente Generale in congedo dell’Aviazione Militare, guarda la foto che tiene sulla scrivania nel suo ufficio di consulente per la sicurezza militare. Sua figlia è viva, lo sa e se è ridiventata l’Arpia la colpa è solo sua. Tutto quello che voleva era salvarle la vita, non trasformarla in un mostro come Banner, tuttavia se è viva, forse è stato un prezzo giusto da pagare, come lo è stato buttare nel cesso la sua carriera. Lui farebbe di tutto per sua figlia ed ora deve trovarla a qualsiasi costo.

            Una giovane donna in divisa entra nell’ufficio.

-Le ho scaricato tutti i rapporti sull’Hulk Rosso, Generale.- gli dice porgendogli una cartella voluminosa.

-Grazie Tenente Sawyer.- risponde Ross aprendo la cartella e cominciando a sfogliarla.

            Tecnicamente Hulk Rosso non è un problema che riguardi la sicurezza e l’intelligence militare ma lui ha già avuto sin troppo a che fare con un Hulk per non temere il pericolo potenziale di un altro. Il suo sguardo si posa su un primo piano ricavato da un video di sorveglianza di Santa Ana.[5]

            La qualità non è certo ottima, ma giurerebbe che c’è qualcosa di familiare in quel viso. Possibile che sia qualcuno che conosce?

 

            New Mexico, Base Gamma, oggi. Bruce Banner esamina i video di sorveglianza della base e scuote la testa.

            Non c’è audio e non sa cosa si siano detti Rick e Thor prima di scomparire nel vortice che vede sullo schermo ma può benissimo immaginarlo: quel testone di Rick si è fatto accompagnare a Hel. Non si rassegna alla trasformazione di sua moglie. Può capirlo, nemmeno lui lo avrebbe fatto se si fosse trattato di Betty, ma ora questo gli pone un problema:

-Come diavolo lo raggiungo il regno dei morti degli Asgardiani?- esclama frustrato.

-Forse io posso essere d’aiuto.- dice una voce alle sue spalle.

 

 

5.

 

 

            In un luogo oltre il tempo e lo spazio, oggi. Se qualcuno glielo chiedesse, Rick Jones non avrebbe alcuna difficoltà ad ammettere che trovarsi nell’oltretomba norreno a combattere guerrieri morti da millenni non è esattamente la cosa che sceglierebbe di fare se potesse. Thor d’altra parte, sembra divertirsi.

-Venite avanti, marrani. Che siate dieci o diecimila, il dio del Tuono non vi teme!- urla.

-Marlo, ti prego…- dice Rick rivolto alla donna in verde davanti a lui -… tutto questo non è necessario.-

-Ma come, Rick, caro…- risponde colei che si fa chiamare Helasdóttir -… non volevi rimanere al mio fianco per l’eternità?-

-Non era a questo che pensavo.- ribatte lui.

            Istintivamente alza le mani e dal tatuaggio sul suo palmo destro parte una scarica di energia che colpisce la figura femminile davanti a lui.

-Ma che…?- esclama perplesso.

            Helasdóttir si rialza apparentemente senza un graffio e muta nell’essere orribile che era sino a poco prima.

-Hai osato colpire la figlia di Hela e per questo oltraggio soffrirai i più atroci tormenti!-

 

            Stato di New York, appena fuori dall’Istituto Ravencroft, due settimane fa. Charlie Colòn non è ben sicuro di cosa vuol fare. Torturare ed uccidere Ashley Kafka non gli darebbe che una povera soddisfazione ma non può semplicemente andarsene così.

            Improvvisamente un’auto gli si ferma accanto, un finestrino si abbassa ed una voce dall’interno dice:

-Ha bisogno di un passaggio, Mister Colòn?-

-Chi è lei, come fa a conoscermi?- chiede Charlie

-Oh, io so molte cose di lei, Mr. Colòn. So ad esempio che il vero bersaglio della sua collera è Bruce Banner, ovvero Hulk ed io posso aiutala. Darle il potere di schiacciarlo,di schiacciare chiunque.-

-Questo mi interessa. Mi faccia posto Mister…-

-Sterns, Samuel Sterns, ma lei può chiamarmi Capo.-

 

            New Mexico, Base Gamma, oggi. Bruce Banner non riesce a nascondere la sorpresa nella voce:

-Mefisto? Che ci fai qui, maledetto demonio.-

-Sono qui per farti un favore: non volevi raggiungere il reame di Hela?- ribatte il Signore delle Tenebre.

-Tu non fai mai favori. Cosa vuoi in cambio?-

-Lo saprai a tempo debito.-

            Mefisto fa un gesto e Hulk svanisce senza sentire le ultime parole di Mefisto:

-E puoi star certo che riscuoterò il mio credito con gli interessi.-

            Poi anche lui scompare.

 

 

EPILOGO

 

 

IN QUESTO TEMPO E FORSE NELLO STESSO LUOGO

 

 

            La ragazza dai capelli rossi ornati da un diadema dorato, gli occhi  color verde smeraldo come la sua pelle e che indossa una tuta aderente anch’essa rossa che le lascia scopre le spalle ed il ventre, compare improvvisamente dal nulla ed esclama:

-Mamma, che razza di pasticcio hai combinato?-

 

 

CONTINUA

 

 

NOTE DELL’AUTORE

 

 

            Siete abbastanza confusi? Vi garantiamo che nel prossimo episodio lo sarete ancora di più,, non mancate.

 

 

Carlo



[1] Una descrizione necessariamente sintetica di eventi narrati su Hulk #23/25, Avengers Icons #43 e Thor #26.

[2] Narrata in Vendicatori #99/100, Vendicatori Costa Ovest #37 e Avengers Icons #45.

[3] Vedi scorso episodio.

[4] Gigantessa originaria di Jotunheim, uno dei nove mondi della mitologia norrena.

[5] Capoluogo della Contea di Orange in California.